Negli anni molte norme si sono succedute e sono intervenute in tema di responsabilità solidale negli appalti.
Ad oggi la responsabilità solidale resta per le retribuzioni dei lavoratori e per la regolarità contributiva certificata tramite il sistema del Documento Unico di Regolarità Contributiva.
In passato si era già provato, seppur per un breve periodo, a far rientrare nella responsabilità anche e ritenute IRPEF effettuate ai dipendenti ma poi si era tornati, con evidenti scopi semplificativi, a limitarci a quanto fino ad ora in vigore.
Con questa nuova manovra la problematica viene riproposta seppur con una sostanziale differenza rispetto al passato; da gennaio 2020 sarà direttamente il committente a versare, per conto dell’impresa appaltatrice o affidataria, le ritenute IRPEF che quest’ultima effettuerà ai propri dipendenti che sono impiegati nell’appalto.
Cerchiamo di capire come funzionerà quest’ulteriore incombenza sulla base di quanto, ad oggi, ci è dato sapere.
L’obbligo, come stabilito all’art. 4 c. 2 della manovra, sarà relativo a tutte le ritenute fiscali operate dall’impresa appaltatrice o dall’impresa affidataria e dalle imprese subappaltatrici, nel corso di durata del contratto, sulle retribuzioni erogate al personale direttamente impiegato nell’opera.
L’importo delle ritenute sarà versato, cinque giorni prima della scadenza, al committente su di un conto corrente specifico che quest’ultimo avrà preventivamente comunicato.
Il committente provvederà (se ha ricevuto le somme), senza possibilità di utilizzare propri crediti, a eseguire il pagamento per conto del soggetto che ha effettuato le ritenute.
Ovviamente, a quanto sopra, si dovranno aggiungere tutta una serie di adempimenti che permettano al committente di quantificare l’importo che dovrà poi essere versato. Proprio per questo motivo viene stabilito anche che entro il termine dei cinque giorni le imprese dovranno comunicare al committente, tramite PEC:
- un elenco nominati dei dipendenti impiegati con il dettaglio delle ore di lavoro prestate da ciascuno, l’ammontare delle retribuzioni corrisposte e il dettaglio delle ritenute fiscali operate.
- Tutti i dati utili alla compilazione del Mod. F24
- I dati identificativi del bonifico effettuato.
Se l’impresa appaltatrice ha maturato crediti, alla data di versamento dell’F24, potrà chiedere al committente la compensazione, totale o parziale, del credito con l’ammontare delle ritenute.
Ovviamente viene espressamente previsto che la responsabilità, sia della quantificazione che del versamento, resta in capo alle imprese che hanno operato le ritenute. La responsabilità del committente è unicamente quella di procedere al versamento delle eventuali somme ricevute a tale scopo.
Il committente sarà altresì obbligato a sospendere il pagamento dei corrispettivi alle imprese appaltatrici qualora non riceva i dati necessari a quantificare le ritenute, o il bonifico delle stesse, nelle tempistiche prima citate (i 5 giorni richiamati nei paragrafi precedenti). Stessa cosa nel caso in cui riceva richieste di compensazioni con crediti inesistenti o non esigibili.
La procedura fino a qui brevemente riassunta può essere, a determinate condizioni, derogata e permettendo quindi che le aziende versino in autonomia le ritenute effettuate.
Per fare ciò le imprese appaltatrici, affidatarie e subappaltatrici devono:
- Risultare in attività da almeno 5 anni oppure che nei due anni precedenti abbiano registrato più di due milioni di euro di versamenti sul proprio conto fiscale;
- Non abbiano iscrizioni al ruolo o accertamenti esecutivi affidati all’Agenzia della Riscossione per tributi e/o contributi per importi superiori ai 50000,00 euro.
In riferimento a quest’ultimo punto sarà l’Agenzia delle Entrate a certificarlo mediante apposita certificazione che sarà messa a disposizione delle aziende da quest’ultima e che potrà essere altresì verificata dai committenti mediante un apposito servizio.
Alcune osservazioni
Lo scopo dichiarato di questo articolo della manovra economica per il 2020 è quello di evitare la concorrenza sleale di quelle realtà che aprono e chiudono di continuo e che vanno ad incidere in modo negativo sul mercato proprio perché non versano quanto dovrebbero (al pari di ogni altra azienda regolare). Certo è che ci sarà il rischio di un ulteriore aggravio burocratico a carico delle aziende al quale però potranno sopperire nel caso in cui riescano ad attivare la procedura in deroga. Probabilmente, nella filiera degli appalti, molte aziende committenti propenderanno per la procedura in deroga per evitare di farsi carico di ulteriori adempimenti… ci resta solo che aspettare e vedere eventuali sviluppi.